Articolazioni

L’articolazione collega tra loro due ossa. Senza le circa 140 articolazioni vere presenti nel corpo umano non sarebbe possibile il movimento. Scoprite di più sulle articolazioni vere e false. Quali tipi esistono e come sono fatte?

Cosa sono le articolazioni

Sapevate che l’articolazione a sfera che si trova tra l’anca e il femore è l’articolazione più mobile del corpo umano?

Le articolazioni sono elementi mobili che mettono in connessione due o più ossa o strutture cartilaginee e forniscono stabilità e mobilità. Sono formate dai seguenti componenti fondamentali:

  • Testa e glena: si incastrano come le tessere di un puzzle
  • Cartilagine articolare: riveste la testa e la glena
  • Spazio articolare con liquido sinoviale: previene l’abrasione della testa e della glena
  • Capsula articolare: avvolge l’intera articolazione
  • Legamenti, tendini e muscoli (per la stabilizzazione dell'articolazione): forniscono ulteriore sostegno alla capsula articolare

Le articolazioni devono fare molto lavoro e in conseguenza di questo si possono manifestare segni di usura come l’artrosi, oppure possono verificarsi lesioni come distorsioni o lussazioni.

Le articolazioni ammortizzano la pressione e sono sottoposte a grandi carichi. In caso di lesioni alle articolazioni, si dovrebbe applicare il metodo di trattamento RICE per prevenire ulteriori danni e favorire il processo di guarigione naturale.

Il metodo RICE (riposo, ghiaccio, compressione, elevazione) è la combinazione dei 4 trattamenti raccomandati in caso di lesioni dei muscoli e delle articolazioni per ridurre il più possibile i danni.

Funzione e tipi di articolazioni

In anatomia si distingue tra articolazioni vere e false, che permettono al corpo umano di muoversi.

Forme delle articolazioni

Le articolazioni sono suddivise in cinque forme diverse, con differente potenziale di movimento, grado di mobilità e direzione:

Struttura dell’articolazione

Il tessuto cartilagineo è una componente fondamentale per la mobilità e quindi per l’essere umano in generale.

La cartilagine articolare è caratterizzata da un bassissimo coefficiente di attrito sulla superficie e dall’elasticità. Il tessuto cartilagineo è come una rete connettivale microscopica composta da fibre proteiche. Le cellule cartilaginee vere e proprie costituiscono solo l’1% del volume del tessuto cartilagineo. La cartilagine è completamente imbevuta di liquido sinoviale. La cartilagine articolare è costituita prevalentemente da acqua.

La capacità del tessuto cartilagineo di legare acqua è centrale per la sua funzione nell’articolazione. Questa elevata capacità di intrappolare acqua del tessuto cartilagineo è dovuta a una speciale classe di proteine, i cosiddetti aggrecani. Anche questi vengono prodotti dalle cellule cartilaginee.

Questa superficie unica del tessuto cartilagineo resiste a milioni di cicli di carico, senza usurarsi.

A tutti gli effetti, le persone si muovono «camminando sull’acqua». Tuttavia, questa capacità di resistenza si mantiene solo se la rete di fibre del tessuto connettivo della cartilagine è stabile e la superficie è intatta.

La matrice del tessuto connettivo della cartilagine è composta da componenti proteici come la condroitina e l’acido ialuronico. La rigenerazione della cartilagine è legata alla vitalità delle cellule cartilaginee. Quando le cellule cartilaginee muoiono, non possono essere più ricostruite dal corpo mediante divisione cellulare.

Nell’articolazione umana, i film d’acqua delle superfici cartilaginee assorbono oltre il 90% dei carichi generati dal movimento. Solo il 10% dei carichi è sostenuto dal tessuto connettivo ialino. Le superfici di scorrimento delle articolazioni sono molto più scivolose di una superficie di ghiaccio liscia. Finché le cellule che formano la cartilagine (condrociti) sono attive e vitali, il tessuto cartilagineo che lega le molecole d’acqua si rigenera continuamente.

Le cellule del materiale cartilagineo hanno una vita dura: dopo il completamento della fase di sviluppo umano, non sono più collegate al flusso sanguigno, ma si nutrono solo dei nutrienti presenti nei tessuti mediante diffusione passiva. Il nutrimento avviene passivamente con flussi di liquidi nella matrice. Si parla di tessuti braditrofici (poco nutriti). La situazione braditrofica influenza la rigenerazione delle cellule cartilaginee, ad esempio dopo un incidente. Questa modalità nutrizionale limita l’attività metabolica delle cellule cartilaginee a un grado veramente ridotto. Ciò limita le opportunità di reazione in caso di danni o lesioni. Nonostante il basso apporto di nutrienti, le cellule del materiale cartilagineo sono molto attive: sintetizzano continuamente le proteine del tessuto connettivo e gli enzimi che regolano la decomposizione del tessuto connettivo.

In modo simile al tessuto osseo, il tessuto cartilagineo è in un equilibrio controllato tra la formazione e la decomposizione della cartilagine. Gli enzimi che decompongono la cartilagine sono le cosiddette metalloproteinasi. Se si formano in eccesso, ad esempio a causa di eventi infiammatori, può verificarsi una perdita di materiale cartilagineo nell'articolazione correlata all'infiammazione.

In seguito a incidenti o con l’età, il reticolo molecolare del tessuto cartilagineo può trasformarsi in modo permanente, come succede in molti altri tessuti connettivi. Risultano particolarmente dannosi i movimenti di traslazione.

Anche la cartilagine è soggetta all’invecchiamento biologico. Il processo di invecchiamento è particolarmente visibile sul viso e sulla pelle. L’invecchiamento del tessuto connettivo si verifica anche nelle articolazioni. A partire dai trent’anni di età l’elasticità della cartilagine si riduce progressivamente. 

La colonna vertebrale ha degli ammortizzatori tra le vertebre che distribuiscono in modo regolare la pressione che grava su di esse. Contengono una percentuale d’acqua che va dall’80 all’85% e permettono alla colonna vertebrale di piegarsi in tutte le direzioni. Durante il giorno, i dischi intervertebrali perdono liquido e la sera siamo più bassi di circa 1-3 centimetri. A riposo, i dischi intervertebrali recuperano e assorbono liquidi e nutrienti, il che conferma quanto sia importante scegliere un buon posto per dormire.

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